In gioco la qualità di vita

In gioco la qualità di vita

La stitichezza è un disturbo diffuso non solo nell’adulto e nell’anziano ma anche nel bambino, e spesso sottovalutato, anche perché la sua definizione non è sempre facile. Eppure l’impatto che ha sulla qualità della vita è notevole, addirittura paragonabile a quello di altre malattie croniche come allergie o reflusso gastroesofageo.

Non sorprende quindi che circa il 3% delle visite ambulatoriali pediatriche e circa il 25% delle visite specialistiche in gastroenterologia pediatrica siano dovute alla stitichezza.

L’impatto più forte si registra sulla famiglia, che da sempre percepisce nell’evacuazione fisiologica delle feci, per quanto riguarda sia la frequenza sia l’aspetto, un segno di buona salute del bambino. La maggior parte dei genitori è preoccupata perché le feci del bambino sono troppo dure, troppo infrequenti o eccessivamente dolorose. Anche il bambino può risentire di una bassa qualità di vita in caso di stipsi ostinata. Il disagio può essere tale da spingerlo ad allontanarsi dal gruppo dei pari, riducendo o bloccando totalmente la socializzazione.

A occuparsi della condizione psicologica del bambino che soffre di stitichezza e della sua famiglia sono i pediatri, che per misurare in maniera obiettiva la qualità di vita dei loro piccoli pazienti utilizzano strumenti basati su scale numeriche che hanno come parametri aspetti fisici, mentali, sociali e funzionali.

L’obiettivo è porre rimedio al disagio rilevando quali aspetti suscitano maggiori preoccupazioni nelle famiglie e proporre soluzioni adeguate.
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