Lungo circa 7 metri con una superficie maggiore di un campo da tennis, l’intestino nasconde numeri e caratteristiche sbalorditive.
Vediamo le più curiose, per capire a cosa servono:Un tempo considerato sporco e vile per la sua relazione con le feci, l’intestino è in realtà una centrale energetica e un centro decisionale incredibile.
Immaginiamo di stenderlo in linea retta: scopriremmo che questo tubo è lungo in media sette metri e largo circa tre centimetri, nei tratti più ampi.Di quei metri, circa cinque sono dedicati all’intestino tenue: un tubo rosato, lindo e inodore, dalle pareti lievemente ondulate che ricordano gli anelli di un lombrico. Guardandole al microscopio, scopriremmo che quest’ultime sono ricoperte da pieghe a forma di dita, sempre più piccole. Sono i villi intestinali, ossia le protuberanze adibite ad assimilare le sostanze nutritive.La loro esistenza è un trucco ingegnoso per aumentare la superficie dedicata all’assorbimento.
Il cibo che giunge dallo stomaco viene dunque assimilato da un’area che, in realtà, è grande circa 300 metri quadri: più di un campo da tennis. Ciò che resta alla fine di questo passaggio viene spinto nell’intestino crasso, ossia negli ultimi due metri di condotto intestinale. Qui viene assorbita l’acqua e la comunità di microrganismi che coabitano con noi (microbiota) si occupa di scomporre le sostanze per noi indigeribili.Si stima che la maggior parte delle forme di vita che vivono in simbiosi con noi abiti nell’ultimo tratto dell’intestino.
Stando ai calcoli degli scienziati, soltanto le cellule batteriche sarebbero dieci volte il numero complessivo di cellule del corpo umano, senza contare virus, funghi e altre comunità ospiti. Dovremmo, dunque, immaginarci l’intestino crasso come una colossale metropoli composta da organismi microscopici.Lunghezza, superficie di assorbimento, numero potenziale di batteri che ci aiutano a digerire, ci fanno comprendere bene perché l’intestino venga considerato una straordinaria centrale di produzione energetica.
Ma perché è anche un centro decisionale che spesso viene definito il secondo cervello? Per capirne il motivo, ecco un’altra cifra interessante: sono più di 100 milioni i neuroni connessi all’intestino e sono 40 i tipi di molecole, tra ormoni e neurotrasmettitori, che permettono alle nostre viscere un dialogo costante col cervello.
Gli scienziati sospettano fortemente che quanto accade nella nostra pancia abbia quindi un riflesso diretto sui nostri stati d’animo. Ancora più straordinario, in questa relazione tra intestino e cervello sembrano giocare un ruolo anche il microbiota Si tratta di un settore di indagine ancora giovane, che però potrebbe aiutarci a comprendere i complessi meccanismi che regolano alcune malattie insidiose, come depressione, obesità e autismo.